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C\'è ancora domani

Araceli FilmFest

Regia: Paola Cortellesi
Genere: Drammatico
Durata: 118 minuti
Intero:€6.50
Ridotto:€5.50

Orari spettacoli:

  • 21:00

Trama

Delia è \"una brava donna di casa\" nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però \"ha il difetto che risponde\", in un\'epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua \"mancanza\". La figlia Marcella sta per fidanzarsi con il figlio del proprietario della pasticceria del quartiere, il che le darebbe la possibilità di migliorare il suo status e allontanarsi dalla condizione arretrata in cui vive la sua famiglia, nonché da quella madre sempre in grembiule e sempre soggetta alle angherie del marito. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato: un meccanico che le vuole bene, un\'amica spiritosa che la incoraggia, un soldato afroamericano che vorrebbe darle una mano. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa.

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Pulp Fiction

Araceli FilmFest

Regia: Quentin Tarantino
Genere: Hard boiled
Durata: 150 minuti
Intero:€6.50
Ridotto:€5.50

Orari spettacoli:

  • 17:30

Trama

Los Angeles. Due rapinatori, Zucchino e Coniglietta, decidono di mettere in atto il prossimo colpo nella caffetteria in cui stanno facendo colazione. I killer Vincent Vega e Jules Winnfield recuperano una valigetta dal contenuto segreto, puliscono la loro macchina insozzata del sangue di uno spacciatore con l\'aiuto di Mr. Wolf e finiscono nel locale della prima storia. Vincent Vega deve portare a ballare Mia, la moglie del boss Marsellus Wallace, dalla quale è subito attratto. Il pugile Butch dovrebbe cadere al tappeto in un incontro truccato, ma l\'orgoglio glielo impedisce.Opera spartiacque nel cinema degli anni Novanta, Pulp Fiction ha rivelato al mondo il talento di Quentin Tarantino, già regista del pregevole Le iene e sceneggiatore per Tony Scott (Una vita al massimo) o, in quello stesso memorabile anno, per Oliver Stone (Assassini nati). Tanto la consacrazione a Cannes, dove fu premiato con una meritata Palma d\'oro, quanto l\'Oscar per la miglior sceneggiatura originale, da dividere con l\'ex amico Roger Avary, poco rendono l\'idea dell\'influenza avuta da un film-fenomeno che è stato in grado di attuare una vera \"tarantinizzazione\" del modo di raccontare su grande schermo. Con una capacità incomparabile di mescolare alto e basso, generi e loro riscrittura, il regista poco più che trentenne orchestra un capolavoro pop fatto di citazioni e rimandi interni con il fine primo di traghettare lo sguardo in un gioco, di godibilissima fattura, in cui la forma della \"digressione\" la fa da padrone, dando nuova vita a situazioni cinematografiche ultra-classiche. Il divertimento si mescola alla violenza efferata, moltissime all\'epoca le polemiche che seguirono a ruota il successo, il dialogo brillante alla drammaticità delle situazioni messe in scena (su tutte una folle sequenza ambientata nel retro di un negozio di pegni), mentre il tempo e lo spazio subiscono giravolte, facendo chiedere di continuo allo spettatore a che punto e in quale luogo ci si trova nella complessità della storia. A partire dal titolo riferibile a quelle riviste popolari (\"Pulp Magazines\") sulla cui carta scadente erano raccontate novelle dei generi più disparati, dal poliziesco allo sportivo fino al western, Pulp Fiction frulla insieme stimoli della cultura popolare e del cinema di tutte le latitudini: dagli incastri di Robert Altman agli umori neri di Martin Scorsese, Sam Peckinpah e Arthur Penn, dalla violenza coreografata di Sergio Leone e John Woo fino a quel \"poliziottesco\" italiano, con Fernando Di Leo e Enzo G. Castellari in testa, di cui Tarantino è da sempre fanatico.Tra le sequenze entrate nella storia citiamo il ballo tra Vincent Vega e Mia Wallace al \"Jack Rabbit Slim\'s\" sulle note di You Never Can Tell di Chuck Berry. Colonna sonora epocale e attori, quasi tutti, in stato di grazia. Ottima la fotografia di Andrzej Sekua. Un cult.