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Locandina
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Miss Marx

Araceli FilmFest

Regia: Susanna Nicchiarelli
Genere: Drammatico
Durata: 107 minuti
Intero:€6.00
Ridotto:€5.00

Orari spettacoli:

  • 18:45

Trama

Eleanor detta Tussy è "la più coraggiosa" delle tre figlie del filosofo e teorico politico tedesco Karl Marx. È lei che ne porta avanti l'eredità, anche perché una sorella, Jenny, è morta poco prima del padre, e l'altra, Laura, si è trasferita in Francia. Ma sono soprattutto l'intelligenza e l'indole combattiva di Eleanor a fare di lei la persona più adatta a tenere viva la fiamma del pensiero paterno. Dunque è lei a battersi per i diritti dei lavoratori, le pari opportunità nell'ambito dell'istruzione e il suffragio universale, nonché contro il lavoro minorile. Ma nella vita privata Eleanor non è così lucida e determinata: il suo compagno di vita, Edward, è infatti uno spendaccione fedifrago di cui lei non sa liberarsi.

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Alps

Araceli FilmFest

Regia: Yorgos Lanthimos
Genere: Drammatico
Durata: 93 minuti
Intero:€6.00
Ridotto:€5.00

Orari spettacoli:

  • 21:00

Trama

Ad Atene, una squadra formata da un paramedico, un'infermiera, una ginnasta e il suo allenatore sostituisce sotto compenso persone appena defunte per aiutare amici e parenti a lenire il dolore dell'elaborazione del lutto. Si fanno chiamare Alpeis (Alpi), perché, come quelle montagne, possono rappresentare qualunque altro monte nel mondo ma non possono essere scambiate per altri. Ognuno di loro porta il nome di una delle vette della catena montuosa. Fra questi, Monte Rosa è la donna che si occupa di assistere in ospedale una giovane giocatrice di tennis che ha appena avuto un incidente ed è vicina alla morte. Senza rivelarlo agli altri membri del gruppo, la donna comincia a sostituirsi alla ragazza e ne assume a poco a poco l'identità.Dai piccoli canini di Dogtooth alle alte vette delle Alpi, si capisce come siano le punte acuminate, gli spigoli e le asperità del comportamento umano a dettare la poetica di Yorgos Lanthimos. Là una famiglia che difendeva morbosamente la propria unità nucleare dalla corruzione del mondo esterno; qua un gruppo di persone adibite a penetrare nei nuclei familiari per tutelarli dall'urto del dolore. C'è una sorta di laboratorio sociale dietro queste trame, un tentativo di raccontare storie di cavie chiamate a sperimentare la possibilità di preservare l'uomo dalla sua natura corrotta. Un progetto tuttavia non tanto "behaviorista", quanto cinematografico. In Alps infatti, la finzione, la recitazione e il cinema divengono in maniera ancora più evidente le chiavi con cui tentare di chiudersi a doppia mandata dal dolore del mondo esterno. "Qual era il suo attore preferito?" chiedono insistentemente i quattro specialisti ai parenti dei defunti, come a intendere che è dalla dimensione attoriale che occorre partire per costruire queste recite familiari dal copione predeterminato. Le quattro "alpi" divengono così quattro attori che lavorano unicamente sul corpo e su una serie di battute da recitare meccanicamente, imitatori in cerca di identità e di una performance perfetta che possa lenire l'angoscia personale e altrui.Con uno stile fin troppo vicino ai canoni del cinema d'autore europeo (disinquadrature, estetica del pedinamento, fuori fuoco), il regista greco conferma che la sua idea di cinema non è quella di un passatempo che preserva o allontana dai turbamenti del mondo, ma quella di un "metodo (fanta)scientifico" in cui finzione e realtà divengono gli strumenti per studiare le turbe dell'identità e del comportamento sociale. Qualunque situazione e qualunque battuta è infinitamente replicabile. Ma lo stesso non si può dire per le dinamiche degli affetti.